È un gioiello architettonico settecentesco e costuisce uno dei primi esempi di teatro all’italiana, con la classica struttura a ferro di cavallo. Tutelato da vincolo MIBAC, celebre per la sua perfetta acustica (l’interno è interamente in legno, mentre le strutture esterne sono in solida pietra locale), risale al 1783 ed è pertanto posteriore di soli 4 anni alla Scala ed anteriore di 10 anni alla Fenice (la quale, prima degli incendi che la devastarono, era straordinariamente simile al modello amerino, cui certamente dovette ispirarsi Gian Antonio Selva, progettista del teatro veneziano). Affrescato da Domenico Bruschi, il Teatro è suddiviso in 50 palchi disposti su tre ordini, oltre alla platea e loggione, per complessivi 400 posti. Consolidato e restaurato integralmente, al termine di lunghi anni di complessi lavori, è tornato ad essere splendida sede di eventi di qualità, nel solco di una tradizione artistica di alto livello, che, attraverso quasi due secoli e mezzo, ha conosciuto vertici di eccellenza, ospitando compositori ed interpreti tra i più insigni del mondo della lirica, del concertismo, della prosa e delle più diverse attività culturali. Quest’anno festeggia i suoi 238 anni dalla fondazione.
- Il Teatro Sociale di Amelia
- Il Teatro Sociale di Amelia
- Domenico Bruschi: l’assedio di Amelia da parte dell’imperatore Barbarossa (telone principale del Teatro Sociale: 1880)
- Nel sottotetto del Teatro Sociale: l’antico meccanismo di discesa del lampadario della platea, manovrato da Pino Vincenzini, custode per oltre 50 anni, alla cui memoria verrà dedicata una sala del Teatro.